acquario di barriera allestimento reef aquarium

Cos’è un acquario di barriera. In questo articolo esamino come allestiamo le nostre vasche e mi chiedo qual è la nostra percezione di acquario di barriera o quale dovrebbe essere.

Ho l’impressione, infatti, che la maggior parte degli acquari abbiano la tendenza ad essere composti da un insieme di animali piuttosto disparati, scelti prestando poca attenzione al loro luogo di provenienza e non considerando che in natura spesso appartengono ad habitat molto diversi. Innumerevoli raccolto di coralli sembrano essere state composte con il criterio “uno per tipo”.

A me questo sembra poco realistico. In Natura è possibile incontrare grandi banchi o colonie di una particolare specie in un qualsiasi posto: un corallo in salute tenterà di crescere e diffondersi grazie ad un certo numero di strategie, sessuali o meno, cosicché la dimensione della colonia possa aumentare sino a quando questa non entrerà in conflitto con qualche altro corallo o sino a quando non diventerà essa stessa una preda.

Questo assortimento di coralli ad hoc potrebbe in qualche modo spiegare perché, come spesso accade, alcune particolari specie di coralli non sembrano mai crescere rigogliose in una determinata vasca di barriera. In Natura i coralli sono continuamente in competizione gli uni con gli altri per il substrato su cui vivere, crescere e, se ci riescono, riprodursi. Quindi per contendersi lo spazio sulla barriera, hanno sviluppato una serie di strategie che permettono loro di vincere la battaglia contro i concorrenti. Questa lotta aperta può causare stress e malattie se non si adottano i necessari provvedimenti.

Questo causale miscuglio si verifica anche con i pesci.

Combinazioni poco sagge possono determinare morte o stress, e lo stress determina malattie. Spesso vengono tenuti in solitudine animali che in Natura vivrebbero associati con esemplari della stessa specie; esiste un motivo per cui vivono in questo modo in Natura! Se vengono allevati da soli, senza compagni della stessa specie, possono soffrire per questa condizione stressante. I gruppi di pesci sembrano essere stati messi insieme senza preoccuparsi delle loro interazioni e compatibilità, ma solo sulla base dei loro colori. I pesci più grossi sono tenuti in quelle che noi consideriamo grandi vasche, con una capacità compresa tra i 500 e i 700 L, ciò nonostante questi esemplari potrebbero in Natura disporre di uno spazio grande come un campo di calcio. Fate sempre attenzione a questi fattori prima di comprare un pesce.

So che il termine “giardinaggio dei coralli” viene utilizzato spesso ultimamente parlando di quest’hobby. È un termine che non mi soddisfa del tutto, mi fa pensare ad un allevamento di coralli molto artificiale e, per utilizzare un’analogia con il giardinaggio, a giardini formali o addirittura Bonsai! Uso il termine Bonsai deliberatamente per intendere che molti dei coralli che alleviamo sono in grado di diventare più grandi di un acquario di barriera medio, quindi l’unico modo di conservarli a lungo consiste nel tagliare il corallo in modo che sia adatto alla dimensione della vasca in cui si trova o frammentarlo continuamente per ottenere cloni più piccoli, mentre si sposta la colonia madre in negozio o presso chi ha una vasca più grande, ma di questo parlerò in altra sede.

Se restiamo su quest’analogia, preferirei di gran lunga vedere le nostre barriere coralline come giardini selvaggi, con esemplari soprattutto pesci, che crescono sino a dimensioni proporzionate all’acquario, dove possono vivere la loro vita in cattività, compresa la riproduzione, in modo abbastanza naturale.

È necessario riflettere su qual è la nostra percezione di acquario di barriera, o quale dovrebbe essere. Prima ho tentato di mettere in evidenza che la maggior parte delle barriere coralline in cattività sono messe insieme senza considerare le esigenze degli animali ospitati. Adesso vorrei elaborare alcune idee su come migliorare la situazione. Vorrei suggerire che invece di stipare qualunque cosa provenga dalla barriera, faremmo molto meglio a tentare di riprodurre solo un aspetto di quella vita. Limitando il numero di specie contenute in vasca, riusciremo ad ottenere un ambiente molto più soddisfacente per la vita dei nostri esemplari e per la nostra gioia.

Devo ammettere che non è sempre semplice seguire l’approccio che sto suggerendo, sarebbero necessarie tante ricerche sugli animali che avete intenzione di mettere insieme, ma per me questa è una delle parti più affascinanti del nostro hobby: imparare di più su queste intriganti creature del mare. Ecco alcune idee possibili su come scegliere in modo più realistico gli animali per le nostre vasche di barriera.

Uno degli approcci più ovvi consiste in quello grafico. Non mescolate animali che provengono dalle aree Indo-Pacifiche con animali provenienti dalle quelle Atlantico-Caraibiche.

Organismi infetti di una zona, che non si incontrerebbero con nell’altra, espongono gli animali all’attacco di malattie per le quali non dispongono di difese naturali. Allo stesso modo, esemplari provenienti da diverse regioni, senza casi preesistenti di convivenza, possono incontrare delle difficoltà nel comprendersi quando si lasciano andare a manifestazioni aggressive o di sottomissione. Grazie agli studi presentati al congresso CIRCOP, tenutosi quest’anno a Parigi, ho scoperto che esistono sin troppe differenze tra queste due regioni, più di quanto non avessi mai immaginato.

coralli mar rosso

Sebbene pesci ed invertebrati appaiano simili, sembrerebbe che gli animali dei Caraibi e dell’Atlantico si siano evoluti sino ad oggi in modo diverso da quelli dell’area Indo-Pacifica.

Seguendo questa linea di condotta, si potrebbero allevare esemplari provenienti da solo una particolare zona dell’Indo-Pacifico.

Altre scelte ovvie per una vasca a tema geografico potrebbero essere il Mar Rosso e, naturalmente, per i fortunati acquariofili italiani, il Mar Mediterraneo.

Menzionare il Mediterraneo mi ha fatto venire in mente che il clima è un altro dei criteri validi per allestire un acquario a tema. Esistono, sul mercato, specie di pesci appartenenti a zone dal clima temperato che non si adatteranno a temperature tropicali. Al largo del sud dell’Australia i mari temperati ospitano molte specie note dagli acquariofili, ma la maggior parte di questa specie non possono sopravvivere a temperature tropicali a quelle temperate e viceversa, ma a meno che non conosciate le condizioni delle acque in cui vostri pesci sono stati catturati, può essere potenzialmente letale tentare di farli abituare ad uan temperatura (per loro) innaturale.

Ovviamente la geografia è solo un fattore trascurabile quando si tratta di allevare un gruppo di esemplari che convivono anche in natura.

Gli animali provenienti dalla stessa area geografica possono insediarsi in ambienti enormemente diversi, in base alla zona della barriera da cui provengono. Per essere più scientifici, sono stati descritti circa cinque diversi tipi di barriera corallina, a loro volta suddivisibili in altre dieci principali aree coralline, senza contare le poche zone che non appartengono alla barriera come i letti di alghe e le paludi di mangrovie. Gli esemplari che osserviamo nel nostro hobby provengono da tutte queste differenti aree, quindi l’ideale sarebbe individuare da quale provengano i nostri animali per poi riprodurre quello specifico ambiente nella nostra vasca. In altre parole, sarebbe saggio allevare esemplari provenienti solo da una di queste zone perché significherebbe allevare specie di animali con le stesse esigenze in termini di movimento dell’acqua, tipo di illuminazione e substrato.

Se state pensando di ricreare una particolare zona della barriera, vi renderete conto che esiste tuttavia un enorme numero di specie tra cui scegliere. Non potete mettere tutto, provate a riprodurre soltanto una piccola fetta di quello che potreste vedere in natura . Non prendete in considerazione i pesci più grandi o i pesci che in natura occupano un territorio esteso, limitatevi a pesci di dimensioni proporzionate al vostro acquario. Dove possibile tentate di offrire ai pesci un ambiente sociale appropriato. Non mettete ogni corallo che si trova nell’area scelta, cercate di limitarvi ad un certo numero di specie, ma mettetene più di uno per ogni tipo. Tenendo poche specie di coralli diversi si riduce l’incidenza di guerra chimica all’interno della vasca e al contempo, con un maggior numero di esemplari per ogni specie, si presenta una riproduzione più naturale della zona corallina scelta.

Amblyeleotris

Scendiamo ancor più nel dettaglio, esistono specie in questa zona che hanno un qualsiasi rapporto particolare tra loro? Al momento la mia vasca preferita consiste in un allestimento molto semplice che ospita solo tre esemplari. È una semplice vasca da 60 cm e 45 L o poco meno. Contiene un letto profondo che consiste essenzialmente in sabbia corallina, ma con l’aggiunta di ghiaia di coralli e pietrisco lungo la metà del lato anteriore. Il tutto a totale beneficio di un paio di Amblyeleotris sp. che convivono con un Alpheus sp., il gamberetto pistola. Si crea così una vasca affascinante: il gamberetto costruisce tunnel senza sosta nel letto della vasca, mentre i gobidi restano a guardia dei vari ingressi al tunnel. Al primo segnale di pericolo, i gobidi raggiungono al sicuro il gamberetto all’interno del tunnel e di tanto in tanto sono colpito dalla strana vista dei tre che compiono insieme un giro della vasca.

Un’idea del genere potrebbe essere una piccola fetta dei Caraibi, solo che in questo caso il gamberetto pistola sarebbe l’Alpheus armatus e vivrebbe insieme con un anemone. Questo gamberetto vive sull’attinia Bartholomea annulata ; ecco degli importanti temi su cui incentrare un acquario. Con l’aggiunta di Periclimenes pedersoni o yucatanicus, e Thor amboinensis, dei gamberetti affascinanti che vivono nell’anemone e ancora, decorando la vasca con la specie di alga Thallassia e la macroalga Halimeda opunzia, potreste riprodurre un vero biotopo.

Se fate le vostre ricerche, scoprirete qualche altro esemplare di crostaceo associato a varie specie di anemoni o coralli, ogni esempio di questo genere vi offre un’altra possibilità di riprodurre un piccolo pezzo di natura. Alcune di queste associazioni crostaceo anemone, in base alla specie, possono anche funzionare bene come temi per le mini vasche; essi pesano sulla capacità biologica di un acquario meno di quanto farebbe un pesce e, dal momento che molte specie di gamberetti da anemoni sono piccole, avrete la possibilità di osservarle da vicino senza il rischio di vederle scomparire nella roccia o nelle fauci di un grosso compagno di vasche. Fate attenzione alla dimensione potenziale di un qualsiasi anemone utilizzato in un mini acquario, e alle esigenze di illuminazione di questo impianto. Le specie migliori di questi anemoni per piccole vasche sono probabilmente phymanthus della zona Indo-Pacifica e le Epicystis provenienti dai Caraibi; assicuratevi di utilizzare gamberetti o granchi provenienti dalla giusta regione geografica quando li mettete insieme agli anemoni.

Alpheus sp il gamberetto pistola

A proposito, nella breve descrizione della mia vasca di gobidi ho detto che il letto della vasca era era composto da sabbia di corallo con l’aggiunta di ghiaia corallina e pietrisco lungo la metà anteriore: questo è un utile accorgimento per chiunque voglia allevare esemplari che vivono rintanati. Gli animali che sono soliti scavare cunicoli, i gamberetti pistola ad esempio, hanno bisogno di un letto di almeno 7,5 cm di profondità ed il substrato deve essere composto da un mix di pendenze diverse per facilitare la costruzione di un tunnel o di cavità solide. Dando loro dei sassolini, gli offriamo gli strumenti per puntellare le loro tane. C’è un motivo per sottolineare l’importanza del mettere della ghiaia di corallo e pietrisco lungo la parete frontale della vasca.

Sistemando il substrato in questo modo, piuttosto che con un letto omogeneo dappertutto, indurrete gli animali a scavare i loro cunicoli nella parte anteriore del vostro acquario dove potrete osservarne facilmente il comportamento; altrimenti questi hanno la tendenza ad essere piccoli animaletti che si nascondono agli sguardi, scavando nelle profondità della vasca e finendo per non essere osservati mai.

Proseguendo sul tema del biotopo o della zona, un altro elemento che potrebbe servire a dettare la natura della vostra vasca corallina potrebbe essere il tipo di attrezzatura che avete, soprattutto se le risorse economiche sono limitate.

Quando domandano la mia opinione in fatto di illuminazione o su quale sia il livello di movimento dell’acqua preferibile per l’acquario di barriera, la mia risposta abituale è che non esiste nessuna soluzione “migliore”.

Esiste solo qualcosa che è più conveniente per i coralli contenuti nella vasca. Quindi, se avete delle limitazioni economiche, tenetele in considerazione quando decidete quale habitat o biotopo ricreare. Ciò può effettivamente tornare a vostro vantaggio, rendendovi più semplice la scelta degli esemplari, riducendo il vasto numero del potenziale ad una scelta molto più gestibile. Credo che il fattore limitante più comune in questo caso sia l’illuminazione; un'illuminazione fluorescente è molto più economica da installare rispetto ai costi di lampade HQi: ricordate, è un’illuminazione appropriata ai requisiti dei coralli.

Pare vi sia da sempre un’errata credenza sul fatto che non si possano tenere coralli senza la “migliore” illuminazione o che non si possano allevare coralli duri senza lampade HQI: ricordate, è un’illuminazione appropriata ai requisiti dei coralli.

Gli indicatori principali su quale sia l’illuminazione necessaria sono la profondità a cui viene raccolto un corallo e il biotopo in cui vive. Sebbene non vi siano regole rigide in natura e noi non conosciamo mai la profondità esatta o l’habitat in cui è stato raccolto un corallo, vi sono comunque alcune informazioni generali a guidarci. Con livelli inferiori di illuminazione dovreste orientarvi verso coralli fotosintetici che provengono da acque profonde o da habitat lagunari torbidi. Si tratta di specie che si sono adattate a condizioni di illuminazione scarse; in genere si trovano bene con un’illuminazione fluorescente T8 in acquari con profondità inferiore a 45 cm dove viene utilizzata una lampada ogni 10 cm di larghezza della vasca.

I corallimorfari, i "coralli fungo", del genere Discosoma e Rhodactis sono bene adatti ad illuminazioni per acquari di questo tipo; ed infatti potreste ottenere una stupefacente esclusivamente ad essi. Esistono vasca limitandovi molte specie tra cui scegliere, in molte variazioni di colore, modelli e conformazione. Aumentando la quantità di luce blu sopra la vasca, potreste replicare un biotopo tipico delle acque profonde e allo stesso tempo potreste far saltar fuori gli attraenti pigmenti fluorescenti dei coralli. Se decidete di mettere insieme un acquario come questo, non dimenticate di effettuare un altro po' di ricerche per assicurarvi che i vostri pesci appartengano provenienti da acque profonde che completano bene il biotopo. Se preferite tentare con il biotopo lagunare, ecco per voi l'opportunità a specie di allevare coralli duri senza dover ricorrere a lampade HQI. Molti coralli del tipo Euphyllia, Physogyra e Plerogyra si trovano sia in acque profonde che in condizioni di acque torbide lagunari ed, in quanto tali, sono bene adatti al nostro acquario con scarsa illuminazione. Vi sono pochi altri elementi da tener presente con questo tipo di acquario: questi coralli, in special modo le speci euphyllia, possono essere tra quelli più urticanti che incontrerete e sono in grado di sviluppare dei lunghi tentacoli spazzini che possono pungere i coralli rivali a distanza.

I coralli con una colorazione scura è più facile che siano stati raccolti dall’ambiente che stiamo cercando di riprodurre, mentre quelli con colori luminosi fluorescenti probabilmente provengono da zone meglio illuminate.

La maggior parte dei coralli che ho menzionato qui apprezzerebbero livelli maggiori di illuminazione, ma se fate uso di un’illuminazione più forte, è meglio farli abituare lentamente ed in un certo arco di tempo. Non dimenticate, è sempre meglio introdurre un nuovo corallo in un ambiente con un’illuminazione più bassa, piuttosto che sottoporlo ad una luce forte a cui non è abituato rischiando uno shock luminoso, specialmente con coralli duri LPS che sono soggetti ad infezioni in presenza di condizioni inferiori a quelle ottimali.

Per finire, non posso esimermi dal chiudere questo discorso senza fare qualche riferimento ad animali non fotosintetici. Si tratta di esemplari molto più difficili da allevare nel lungo periodo, ma da quanto abbiamo potuto apprendere dall’acqiuario di Daniella Stettler, se siete pronti impegnarvi, è possibile

Sembra che gli acquariofili siano ormai convinti che tutti gli animali non fotosintetici dovrebbero essere allevati con livelli di luce inferiori, ma ciò non è del tutto esatto. Se osservate da vicino le diverse e meravigliose foto disponibili sulla barriera corallina, potreste essere sorpresi nel vedere quanto spesso varie specie di spugne e coralli azooxantellati appaiono accanto ai coralli duri e ai coralli molli. Spesso queste specie vivono in Natura in ambienti scarsamente illuminati, in cavità e lunghi cunicoli. L'elemento importante da capire è che essi si stanziano in queste zone non tanto a causa della luce, quanto piuttosto perché queste sono regioni che sperimentano una forte corrente che porta con sé il cibo di cui questi esemplari non foto sintetici hanno bisogno.

Una valida soluzione potrebbe essere costruire una vasca poco illuminata, progettata però per rispondere alle esigenze di questi altri animali. Uno dei maggiori problemi nell’allevamento è la quantità di cibo di cui hanno bisogno; a causa di questo alto livello di ulteriore nutrimento correte il rischio di aumentare i livelli di fosfato e nitrato e, di conseguenza, le alghe infestanti possono diventare un problema. In questi casi le spugne possono soffrire, dal momento che molte di esse non hanno sviluppato un meccanismo contro la crescita eccessiva delle alghe. Oltre alla quantità di cibo, fate attenzione al flusso dell'acqua: le spugne non tollereranno che la loro superficie sia stanziano in queste zone non tanto causa della luce (o per mancanza di luce), quanto piuttosto perché queste sono regioni che sperimentano una coperta da detriti, questo è un altro fattore per cui non hanno sviluppato forte corrente che porta con sé cibo di cui questi esemplari non fotosintetici hanno bisogno. Una valida soluzione potrebbe essere una strategia, quindi mantenete loro superfici pulite, procurando un movimento d'acqua adeguato.