la vita dei pesci pagliaccio

Chiunque abbia mai dovuto cercar casa, sa che la scelta è molto complessa. Spesso è necessario visitarne tante, accompagnati da molti agenti immobiliari che cercano di interpretare le nostre esigenze, o rispondere ad annunci del settore.

La casa ideale deve avere molti requisiti: garantire protezione, consentire di uscire a procurarsi il sostentamento, permettere una vita sociale, proteggere la prole. Tutte le specie hanno l'esigenza di una "casa", tanto più quando non sono munite di potenti armi di difesa naturale. I pesci pagliaccio sono proprio tra queste specie.

Ma chi sono questi pesci cosi belli e noti a tutti coloro con un minimo interesse per il mondo acquatico? Appartengono alla famiglia dei Pomacentridae, che annovera circa 325 specie la maggior parte delle quali vive nei mari tropicali Circa il 70% dei Pomacentridae si trova solo nell'Indopacifico, tra questi anche quelli che noi chiamiamo pesci pagliaccio. Fanno parte della sottofamiglia

Amphiprioninae, che comprende i generi Amphiprion e Premnas e vivono all'interno degli anemoni. Certo una dimora più improbabile non potevano trovare, penserà qualcuno, e ad essere sincera anch'io, fino a poco tempo fa. Gli anemoni fanno parte di quel gruppo di animali chiamati Celenterati e sono, quindi, strettamente imparentati con i coralli e, più alla lontana, con le meduse. Come tutti gli appartenenti a questo gruppo, anche gli anemoni sono muniti di cellule, chiamate cnidoblasti, che contengono una capsula urticante, la nematocisti. Queste strutture si trovano sui tentacoli dell'animale e sono utilizzate per paralizzare e uccidere le prede di cui l'animale si nutre, o per difendersi. Il contatto tra i tentacoli e l'uomo può causare a quest'ultimo piccole vesciche, prurito e fastidio, ma per un pesce può significare la morte.

lo sono arrivata alle Maldive dieci anni fa, e pur conoscendo già questi pesci ed il loro particolare comportamento, ho continuato ad esserne affascinata e a dedicare molto tempo ad osservarli. La prima domanda che mi sono posta è: come fanno questi bellissimi pesciolini a vivere tra i tentacoli degli anemoni senza subire danni? Fortunatamente questa domanda se la sono posti altri, prima di me, ed ho, per prima cosa, trovato delle risposte sui libri. Secondo alcuni testi, i pesci del genere Amphiprion e Premnas non vengono colpiti dalle cellule urticanti dell'anemone, perché ricoperti della stessa sostanza mucosa che cosparge i tentacoli stessi. Per questo motivo essi non verrebbero considerati dall'anemone un corpo estraneo, ma parti di esso. L'anemone, quindi, cosi come non scarica su se stesso le nematocisti, non lo fa neanche sui pesci. Secondo altri, il pesce riesce ad immunizzarsi dal veleno venendo a contatto per brevissimi istanti, ripetutamente, con i tentacoli.

anemone con pesci pagliacci in acquario allevamento riproduzione

Durante le mie immersioni ho potuto osservare molte volte i pesci delle specie Amphiprion clarkii e Amphiprion nigripes nuotare da un anemone a quello vicino senza nessun problema, ciò confermerebbe l'ipotesi che i pesci sono ricoperti della stessa sostanza che ricopre i tentacoli e possono quindi entrare senza problemi all'interno dell'anemone. Tante altre volte però ho visto i pesci di queste specie rifuggire anemoni che non fossero il proprio.

Nonostante io cercassi, con molta insistenza, di far entrare i pesci dentro anemoni a loro estranei, essi non ne toccavano mai i tentacoli. Ciò mi ha fatto venire il dubbio che i pagliacci non siano immuni da tutti gli anemoni, o comunque non lo siano perché sono ricoperti della loro stessa sostanza. Fortunatamente, il caso ha voluto darmi qualche informazione in più per capire il fenomeno. Un giorno durante un'immersione trovo una tartaruga che sta finendo il suo pasto costituito da un anemone della specie Heteractis magnifica, abitato da alcuni Amphiprion clarki. La coppia dominante, costituita dai due esemplari più grandi, cercava, ancora, di salvare la propria

"casa", mordendo gli occhi della tartaruga, tenuti da lei rigorosamente chiusi. Gli altri tre maschi, privati del loro anemone, sembravano molto confusi. Uno di questi, il più grande, ad un certo punto lascia l'anemone, di cui era rimasto ben poco, e si dirige deciso verso un'altro anemone della stessa specie posto tre metri più in là.

Dentro questo anemone c'era già una coppia ed un giovane molto piccolo, lungo forse solo due centimetri. In un primo momento il maschio adulto sembra non gradire il nuovo venuto, ma, dopo pochi minuti, se ne disinteressa.

Con mia sorpresa, il nuovo pagliaccio comincia una danza molto interessante. Si avvicina ai tentacoli dell'anemone e li tocca col suo ventre per un istante, ritraendosi subito dopo, come se la cosa lo infastidisse. Dopo poco, gli si riavvicina e ripete l'operazione. Il tempo di contatto sembra diventare sempre più lungo, ma non posso esserne certa, comunque dopo circa mezz'ora di questo rituale, il pesce entra tranquillamente dentro l'anemone. Il mio primo pensiero è di aver visto un Amphiorion clarkii acclimatarsi al nuovo anemone. Ciò, però, vuol dire che, se il segreto della loro convivenza con gli anemoni è nella sostanza mucosa che li ricopre, questa non li rende immuni da tutti gli anemoni. Ma perché allora alcuni pesci possono andare da un anemone all'altro senza essere punti dalle nematocisti? Da quel momento in poi ho fatto maggiore attenzione a questo comportamento, e mi sono resa conto che i pesci che vedevo nuotare tra i tentacoli di diversi anemoni erano, per la maggioranza, della specie Amphiprion nigripes. Solo raramente ho visto degli Amphiprion clarkii fare la stessa cosa. In entrambi i casi, però, l'anemone ospite era della specie Heteractis magnifica. I testi mi insegnano che la specie Amphiprion nigripes vive solo all'interno dell'anemone Heteractis magnifica, mentre la specie Amphiprion clarkii vive all'interno di dieci specie diverse di anemoni. Eppure io ho osservato il fenomeno solo con Heteractis magnifico.

La soluzione potrebbe, forse, essere nel sistema di riproduzione di questo anemone. Tutti gli anemoni sono a sessi separati e si riproducono per via sessuata. In genere emettono i prodotti sessuali in acqua, dove avviene la fecondazione che da origine ad una larva per niente simile ai genitori.

Questa larva conduce, per un certo periodo, vita planctonica e poi, se non viene mangiata da pesci o altri organismi planctofagi, si stabilisce sul fondo acquisendo l'aspetto dei genitori. In alcune specie, però, le uova non vengono rilasciate dall'individuo femminile, ma tenute all'interno e fecondate mediante lo sperma di un individuo maschile trasportato, all'interno dell'anemone dalla corrente.

In questo caso l'individuo femminile rilascia, probabilmente, un piccolo anemone che ha lo stesso aspetto dei genitori. In ogni caso, a questo punto l'anemone potrebbe essere troppo piccolo per ospitare i pesci pagliaccio e, anche se ciò fosse possibile, è probabile che sia necessario un po' di tempo perché un pesce decida che quello è il suo anemone ideale. Ciò fa si che, almeno per il primo periodo della sua vita, l'anemone sia relativamente indifeso e alla mercé di tartarughe e pesci farfalla affamati. Probabilmente, proprio a causa della difficoltà di far sopravvivere la propria prole, alcuni anemoni (tra cui Heteractis magnifica), si riprodurrebbero dividendosi. In realtà le prove scientifiche sono ancora molto poche, ma sembra certo che individui molto grandi di Heteractis magnifica, che vivono in acque poco profonde, si riproducano dividendosi longitudinalmente. In questo modo si formano due individui più piccoli posti molto vicini uno all'altro che sono geneticamente identici.

Effettivamente, tra i miei siti d'immersione preferiti, ve ne sono alcuni completamente ricoperti di anemoni, nei quali è impossibile trovare un metro quadrato del tutto privo di questi animali. I colori e la specie di individui molto vicini potrebbero far pensare che sono tutti cloni, ma questa è solo una mia deduzione, non comprovata da prove scientifiche, e nemmeno dall'osservazione, poiché non ho mai visto un anemone dividersi. Una cosa certa, però, è che in questa situazione i pesci pagliaccio, che vivono all'interno dei vari anemoni, si muovono tra questi come se li considerassero uno solo.

A questo punto bisogna ripetersi la domanda: come fanno i pesci pagliaccio a vivere dentro gli anemoni? Possiamo rispondere, con certezza, che non sono immuni al veleno contenuto nelle nematocisti e che hanno bisogno di un periodo di acclimatazione per non essere più colpiti dalle cellule urticanti dell'anemone. Esperimenti compiuti da Davenport e Norris hanno provato che la protezione risiede nel muco che ricopre il corpo dei pesci. Ma sono diverse le teorie sulla natura di questo muco. Secondo alcuni biologi esso verrebbe "rubato" dal pesce durante i suoi primi contatti con l'anemone e utilizzato per ricoprire tutto il corpo. Una sorta di mimetismo, quindi, che serve per non essere "scoperti" dall'anemone, il quale, probabilmente, se sapesse che il pesce è li, lo mangerebbe. Inoltre il fatto che il pesce ritorni cosi spesso all'anemone potrebbe essere dovuto alla sua necessità di ripristinare continuamente il muco eventualmente perso. Secondo altri biologi, invece, è lo stesso pesce a produrre il muco che gli serve per proteggersi dall'anemone. E il rituale di acclimatazione serve per riconoscere il muco dell'anemone e copiarlo. II fatto che non tutte le specie di pesci pagliaccio riescano a vivere con più anemoni, probabilmente significa che anche la capacità dei pesci di produrre questo tipo di muco non è lo stesso. Alcune spece riescono a produrre un muco che li protegge solo nei confronti di una specie di anemone, altri nei confronti di più specie. Un interessante esperimento realizzato in acquario ha dimostrato che un pesce della specie Amphiprion clarkii, se allontanato dal suo anemone per un lungo periodo, ha bisogno di un'acclimatazione di circa due ore e mezzo per riuscire ad entrare in un anemone della specie Macrodactyla doreensis. Mentre se questo pesce viene tenuto per lo stesso periodo in un acquario con un finto anemone, gli sono necessari solo venti minuti di acclimatazione. Ciò dimostra che il pesce produce una sostanza di protezione, se crede che vi sia un anemone, ma questa da sola non è sufficiente per farlo entrare in un vero anemone.

Comunque vadano le cose, la relazione tra pesci pagliaccio e anemoni è molto intrigante, per biologi, acquariofili e anche semplici osservatori del mondo marino, come sono io.

clarkii anemone malu

Una simbiosi perfetta

Si definisce simbiosi una relazione tra due organismi che ne traggono vantaggio reciproco. Ma quella tra pesci pagliaccio e anemoni è una relazione simbiotica? Questi pesci colorati ed estremamente affascinanti hanno un chiaro vantaggio nel convivere con l'anemone. In esso trovano protezione nei confronti dei predatori. I pesci dei generi Amphiprion e Premnas non sono, infatti, dei grandi nuotatori e hanno poche possibilità di sfuggire ad un predatore, se non quella di rifugiarsi dentro l'anemone. In natura, non troviamo mai questi pesci senza anemone, mentre in acquario, se gli altri ospiti sono stati scelti accuratamente, vivono benissimo anche senza ospite. In questo caso però, è necessario fornire loro un ambiente idoneo a nascondersi, se ne sentono la necessità. L'anemone offre anche protezione alle uova, che vengono incollate su una roccia o corallo alla sua base. Tale sistemazione è, inoltre, la più idonea per svolgere le cure parentali. I vantaggi del pesce sono chiari, mi direte voi, ma l'anemone che vantaggi avrebbe?

Secondo alcuni biologi nessuno. Ma, come mai, allora, in natura non si trovano mai anemoni senza pesci pagliaccio? Un esperimento condotto da Allen ha dimostrato che se, nel suo ambiente naturale, un anemone della specie Entacmaea quadricolor, viene privato dei pesci pagliaccio, entro 24 ore viene mangiato da varie specie di pesci farfalla. Questo esperimento è stato condotto più volte, sia in Australia sia in Papua-Nuova Guinea ed ha dato sempre lo stesso risultato. lo, ho potuto osservare più volte i pesci pagliaccio difendere la loro casa nei confronti di altri pesci della loro taglia, ma anche di predatori molto più grandi come tartarughe o subacquei. Anche i subacquei sono considerati dai pesci, potenziali predatori e quindi, quando si avvicinano troppo all'anemone, attaccati. I maschi dominanti di Amphiprion clarkii sono i più aggressivi. Non è un'esperienza rara per un subacqueo ricevere morsi a mani e piedi dal coraggioso pesciolino. Osservazioni in acquario hanno inoltre dimostrato che, se si somministrano ai pesci grossi pezzi di cibo, essi li portano all'anemone come se volessero nutrirlo. Anche io ho potuto osservare, diverse volte, questo comportamento. Non dimentichiamoci però che il pagliaccio è un predatore e come tutti i predatori se ottiene una preda troppo grande per essere mangiata subito, la porta nel suo territorio, dove può consumarla con calma. In questo caso il "territorio" mangia la preda, prima che il pesce possa finirla. Questo tipo di comportamento si osserva difficilmente in natura, poiché, raramente, i pesci pagliaccio riescono a catturare prede tanto grandi da non poter essere mangiate subito. lo faccio circa 500 immersioni l'anno alle Maldive e non ho mai osservato un anemone senza pesci pagliaccio, ma certamente, molti sanno che è possibile avere un anemone in acquario senza pesci, questo, pero non vuol dire che se ci fossero i pesci non starebbe meglio. Il mio modesto parere è quindi, che la relazione tra anemoni e pagliacci, convenga ad entrambi e sia, quindi, una vera e propria simbiosi.

heteractis aurora maldive

Vita quotidiana

Esistono anche anemoni che non convincono i pesci pagliaccio, ma sono pochi. La maggior parte di essi dà ospitalità a questi bellissimi pesciolini. Negli anemoni di dimensioni più grandi vive un numero variabile di pesci, di solito, di dimensioni diverse. Il pesce più grande è la femmina che è la vera regina-tiranna. Il secondo pesce, per dimensioni, è il maschio dominante. Tutti gli altri individui sono maschi più piccoli, ma non necessariamente più giovani. Le dimensioni raggiunte dal pesce dipendono da quanto esso riesce a nutrirsi e da quante energie deve spendere per difendersi. Ciascun pesce, dentro l'anemone, sfoga la sua aggressività sull'individuo immediatamente più piccolo, che passa molto del suo tempo a fuggire a discapito della nutrizione. La coppia dominante si allontana molto dall'anemone, anche alcuni metri, e quindi ha maggiore possibilità di catturare delle prede. I pesci più piccoli, invece, escono dall'anemone solo di poco ed hanno minori possibilità di trovare del cibo.

La coppia dominante è l'unica che può riprodursi. Alle Maldive i pesci pagliaccio si riproducono quasi tutto l'anno, con maggiore frequenza in primavera (tra marzo e maggio). Anche in questo caso, sono stata molto fortunata a poter osservare il fenomeno sulla barriera corallina che circonda l'isola in cui all'epoca lavoravo, ciò mi ha dato la possibilità di visitare spesso la coppia di Amphiprion clarki "in attesa". Qualche giorno prima della deposizione delle uova, la coppia dominante comincia una frenetica attività. Il maschio diventa molto aggressivo nei confronti dei maschi subalterni e pulisce ossessivamente da alghe e detriti un piccolo spazio alla base del piede dell'anemone.

Non ho osservato direttamente la deposizione delle uova, che deve essere avvenuta durante la notte, ma la mattina al mio arrivo in quella parte di reef vi erano 150/200 uova rosate. La femmina sembrava disinteressarsi alle sue uova (e cosi ha fatto anche durante tutte le mie visite nei giorni successivi), mentre il maschio le "spazzolava", con la sua coda, come ad ossigenarle, e mangiava quelle che io ho creduto morte.

Cinque giorni più tardi le uova erano vicine alla schiusa, e all'interno si vedevano, anche ad occhio nudo, gli embrioni con due grandi occhi argentati. Di nuovo non ho potuto assistere alla schiusa e all'abbandono delle uova da parte delle larve, ma quello che e successo dopo posso immaginarlo.

Secondo Allen, le larve conducono per circa 8-12 giorni vita planctonica. Trasportate dalla corrente, per un periodo cosi breve, non si allontanano tanto dai genitori, ed è a questo motivo che probabilmente si deve la relativamente limitata distribuzione della specie.

Dopo questo periodo di tempo subiscono una metamorfosi e si trasformano nel giovane pagliaccio. E questo lo stadio in cui il pesce deve trovare velocemente un anemone in cui vivere o cadrà, presto, vittima di uno dei tanti predatori. Trovare una "casa" potrebbe essere molto difficile, sia perché gli altri occupanti potrebbero non gradire il nuovo venuto, sia perché fino a quando non è avvenuta l'acclimatazione, il pesce è ancora indifeso.

Ermafroditi

Il pesce più grande che vive in un anemone è sempre femmina. Ma perché? Tutti i Pomacentridae sono ermafroditi proterandrici. Ossia nel passaggio da giovane a adulto sviluppano le gonadi sessuali maschili. Solo più tardi il pesce più grande, forte e aggressivo cambia sesso diventando femmina. La femmina sceglie un maschio, che diventa il suo compagno e quindi il maschio dominante. La scelta è probabilmente legata alle dimensioni del maschio (quello più grande presente nell'anemone?!), ma più probabilmente ancora alla sua aggressività. Una delle cose più divertenti quando, durante un'immersione, ci si ferma ad osservare anemone e pagliaccio è proprio il comportamento del maschio dominante. La femmina normalmente si esibisce aprendo la bocca ed allargando le pinne pettorali, ma presto ritorna al riparo tra i tentacoli. Il maschio, invece, si allontana dall'anemone e si posiziona davanti alla maschera del subacqueo, mostrando tutta una serie di movimenti del corpo che, servono, probabilmente, a dimostrare la sua forza. Se il subacqueo non si allontana, tosto cominceranno gli attacchi. Il pesce morde preferibilmente le mani, ma, qualche volta anche i piedi, o meglio le parti scoperte di essi. È incredibile, vedere un pesciolino così piccolo confrontarsi con un nemico tanto grande. lo provo sempre in questi casi un enorme rispetto per il suo coraggio. Se la femmina muore, o viene eliminata a scopo sperimentale dall'anemone, il maschio dominante diventa femmina. In poco tempo aumenta notevolmente le dimensioni e sarà pronta a produrre le uova. Sceglie un nuovo maschio dominante e insieme formeranno la nuova coppia. Secondo alcuni testi, questo processo non è irreversibile. Se arriva una nuova femmina nell'anemone fra le due vi è una violenta lotta e quella che vince diventa la femmina dominante e l'altra ridiviene maschio. A questo punto non è detto che questa, o meglio questo, venga scelto come maschio dominante.

Ma perché questo comportamento così complicato? La spiegazione è, nuovamente, nelle scarse capacità di difesa di questi pesci. Se dovessero allontanarsi dall'anemone per cercare un valido compagno per la riproduzione metterebbero a repentaglio la loro sopravvivenza.

Per evitare la concorrenza sessuale, tutti i pesci all'età adulta sono maschi. Tra questi, solo quello più forte e grande ha la possibilità di diventare femmina. Questo, perché la femmina più grande ha la possibilità di produrre una maggiore quantità di uova e di trasmettere geni migliori alla sua prole. Inoltre questa può scegliere il maschio più forte e aggressivo come compagno, senza dover concorrere con altre femmine, né doversi allontanare dall'anemone.

La loro bellezza e particolarità hanno reso i pesci pagliaccio molto conosciuti, al punto che oggi vengono allevati spesso in acquario e persino riprodotti. Le osservazioni in acquario e il sempre crescente numero di immersioni subacquee hanno aggiunto molto alle conoscenze che abbiamo su di loro. Nonostante ciò, c'è ancora molto da imparare, ed io continuerò a soffermarmi almeno qualche minuto su ogni anemone che incontrerò, certa che continueranno a raccontarmi qualcosa di se.

GENERI E COMPATIBILITA'

Amphiprion nigripes

Amphiprion nigripes

Colore: arancio con una banda bianca sulla testa; ventre, pinne pelviche e anali nere.

Lunghezza massima: 110 mm.

Distribuzione: Maldiv, Laccadive e Sri Lanka

Anemoni ospite: Heteractis magnifica.

Amphiprion clarkii

Amphiprion clarkii

Colore: nero con tre bande bianche sulla testa, al centro del corpo e sulla base della coda. Coda gialla, ma anche bianca o nera o bicolore (soprattutto i maschi). Può avere la bocca e i contorni delle pinne gialli.

1 giovani possono essere quasi totalmente gialli ma presentano sempre le tre bande bianche.

Lunghezza massima: 140 mm

Distribuzione: tutta la zona che va dal Golfo Persico, all'Australia e al Giappone.

Anemoni ospite: Heteractis magnifica, Heteractis aurora, Heteractis crispa, Heteractis malu, Cryptodendrum adhaesivum, Macrodactila doreensis, Entacmaea quadricolor, Stichodactyla gigantea, Stichodactyla haddoni, Stichodactyla mertensii.

Amphiprion sebae

Amphiprion sebae

Colore: fondo nero con due bande bianche sulla testa e al centro del corpo che si estendono sulla pinna dorsale; coda gialla ma anche nera o bicolore; muso e ventre spesso gialli, ma anche neri (dalla specie precedente si distingue essenzialmente per avere due bande bianche anziché tre).

Lunghezza massima: 140 mm.

Distribuzione: dalle coste dello Yemen all'Indonesia (raro alle Maldive).

Anemoni ospite: Stichodactyla haddoni.

Amphiprion percula

Amphiprion percula

Colore: arancio con tre bande bianche sulla testa, al centro del corpo e sulla base della coda; la banda centrale si protende verso la testa con una sorta di sporgenza; tutte le bande possono essere bordate di nero; coda gialla bordata di nero, così come le pinne pelviche, le pettorali e l'anale.

Lunghezza massima: 80 mm.

Distribuzione: Grande barriera Australiana, Nuova Guinea, Isole Salomone, Vanuatu.

Anemoni ospite: Heteractis crispa, Heteractis magnifica, Stichodactyla gigantea. Amphiprion ocellaris

Colore: arancio con tre bande bianche sulla testa, al centro del corpo e sulla base della coda; la banda centrale si protende verso la testa con una sorta di sporgenza che arriva dietro la pinna pettorale; tutte le bande hanno un sottile bordo nero; coda gialla bordata di nero, così come le pinne pelviche, le pettorali e l'anale.

Lunghezza massima: 90 mm.

Distribuzione: Mar delle Andamane, Malesia, Filippine, Australia nord occidentale, Asia sud orientale.

Anemoni ospite: Heteractis magnifica, Stichodactyla gigantea, Stichodactyla mertensii.

Amphiprion ocellaris

Amphiprion ocellaris

Colore: arancio con tre bande bianche sulla testa, al centro del corpo e sulla base della coda; la banda centrale si protende verso la testa con una sorta di sporgenza che arriva dietro la pinna pettorale; tutte le bande hanno un sottile bordo nero; coda gialla bordata di nero, così come le pinne pelviche, le pettorali e l'anale.

Lunghezza massima: 90 mm.

Distribuzione: Mar delle Andamane, Malesia, Filippine, Australia nord occidentale, Asia sud orientale.

Anemoni ospite: Heteractis magnifica, Stichodactyla gigantea, Stichodactyla mertensii.

art. di Donatella Moica - foto fonto wikipedia, foto di acquariofiliaitalia.it