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Ricerche scientifiche: Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova
Comunicazione ai lettori della News Letter di marzo 2008 - In questi giorni sui media è apparsa la notizia che alcune specie di pesci, (come i Gambusia Mosquitofish Holbrooki appartenenti ai Pelicidi), hanno capacità cognitive, lo staff di AcquariofiliaItalia in persona dott. Tommaso Aricò ha contattato il dott. Christian Agrillo del gruppo di ricerca presso l'università di Padova, chiedendo maggiori informazione su questo fenomeno naturale e della ricerca effettuata e resa nota. Sotto potete leggere l'articolo completo che ci è stato fornito. Segue uno speciale sui pelicidi. Buona lettura a presto.
LE CAPACITA’ MATEMATICHE DEI PESCI
di Christian Agrillo
È una conoscenza scientifica consolidata che le abilità numeriche non costituiscono una prerogativa esclusivamente umana. Rudimentali abilità di calcolo sono state infatti individuate in diverse scimmie ed in numerose specie di uccelli e mammiferi acquatici; al contrario, sino a poco tempo fa non vi erano ancora conoscenze su quelle che potessero essere le capacità matematiche dei pesci. Dopotutto, è facile ipotizzare che questa capacità possa tornare utile anche ai pesci: l’abilità ad esempio di individuare quale gruppo di possibili prede è più cospicuo potrebbe risultare vantaggioso per operare la scelta che possa dare i risultati migliori in termini di caccia. Al contrario, individuare quale insieme di compagni è il più numeroso può rivelarsi ottimale quando un pesce vuole difendersi dagli attacchi di un predatore e cerca di rifugiarsi nel gruppo che gli potrebbe dare il maggior vantaggio possibile per nascondersi con efficacia (il gruppo cioè più numeroso).
Nel 2004, il gruppo di ricerca diretto dal prof. Angelo Bisazza del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova (insieme al sottoscritto Christian Agrillo ed i dottori Marco Dadda e Serena Giovanna) ha intrapreso uno studio sistematico per individuare i limiti e le potenzialità delle capacità di individuare il gruppo più numeroso nei teleostei. È stato adoperato come modello della ricerca un campione di femmine di Gambusia holbrooki, un pecilide di acqua dolce originario del Nord-America, importato in Europa ad inizi del 1900 a scopo antianofelico. I pesci sono stati prelevati da un’oasi naturalistica, trasportati in laboratorio per le ricerche e successivamente rilasciati nel loro ambiente naturale.

È noto come le femmine di questa specie abbiano tendenze gregarie e formano quindi gruppi anche di grandi dimensioni. Questi pesci, se inseriti in un ambiente sconosciuto e privo di luoghi di riparo, cercano immediatamente di congiungersi ad altri conspecifici, al fine di ridurre i possibili rischi in caso di arrivo di un predatore. In particolare, cercano di avvicinarsi a gruppi di compagni più numerosi possibili per limitare al massimo la possibilità di essere predati. Questa tendenza spontanea è stata, quindi, il motore della ricerca: i soggetti sono stati posti singolarmente in un ambiente potenzialmente pericoloso, dove veniva data la possibilità di unirsi a due gruppi di compagni di diversa numerosità: se i pesci fossero stati in grado di individuare quale insieme era più numeroso ci saremmo aspettati che cercassero di congiungersi a tale gruppo; al contrario, se i soggetti dello studio non fossero stati in grado di distinguere le due numerosità, la scelta sarebbe stata casuale.

I risultati della ricerca documentano come i pesci mostrino gli stessi limiti manifestati dalle scimmie ed altre specie animali nei test di scelta spontanea: nello specifico, i pesci sono in grado risolvere il compito sino a 4 unità (riconoscono cioè il gruppo più numeroso in confronti come 1vs2, 2vs3, 3vs4) ma non riescono per numerosità superiori (come 4vs5, 5vs6, 6vs7 e 7vs8). Ad ogni modo, possono riconoscere quale gruppo è più numeroso anche tra grandi gruppi di pesci, a patto che la distanza numerica tra i gruppi sia ampia, come nel caso di 8 pesci rispetto a 16. In sostanza, possono risolvere compiti numerici molto precisi sino a 4 unità, mentre la loro prestazione peggiora e diviene più imprecisa per numerosità maggiori.

Nel complesso i risultati di questo studio, pubblicati sulla rivista internazionale Animal Cognition, documentano come rudimentali abilità numeriche siano presenti anche in specie molto lontane dall’uomo, suggerendoci come esista nei Vertebrati un comune sistema matematico che non dipende dal linguaggio umano e che permette agli animali di risolvere semplici problemi numerici che possono risultare provvidenziali in termini di sopravvivenza.

Approfondimenti
Famiglia
Poeciliidae
Provenienza
U.S.A. dal New Jersey alla Florida, dall'Alabama al Texas orientale e in California.
Descrizione
Forma: le femmine somigliano a quelle di Poecilia reticulata; i maschi sono più esili. Colorazione: il maschio è grigio, traslucido, con riflessi azzurrini sui fianchi; il dorso è marrone-oliva, il ventre argentato; una striscia trasversale nera attraversa l'occhio; qua e là compaiono alcuni punti neri. La forma originaria presenta numerose macchie scure, mentre nelle popolazioni introdotte nelle regioni mediterranee sono rari gli esemplari screziati. Le femmine (vedi foto) sono più sbiadite. Dimensioni: il maschio raggiunge 3,5 cm, la femmina 6 cm. Differenze sessuali: le dimensioni, il gonopodio del maschio.
Ambiente
Acque lente o ferme, anche salmastre. Temperatura: sopporta temperature fra i 3 e i 30 °C. pH e durezza dell'acqua: non importanti. Arredamento: abbondante vegetazione acquatica e alquanto spazio libero.
Alimentazione
E' onnivoro, ghiotto di larve di zanzara.
Biologia
Comportamento: vivace, piuttosto rissoso; vive in branchi. Riproduzione: semplicissima; importante è una buona nutrizione. Le femmine tendono a divorare i propri nati. Vita sociale: convive in branchi, in vasche grandi e poco profonde.
Note
Compatibilità: con pesci di altre specie pacifiche.

gambusia mosquitofish holbrooki pelicidi
Nella foto: Gambusia (Mosquitofish) holbrooki (Pelicidi)
(nella parte destra della foto è presente anche l'esemplare maschio)

I pesci di questo gruppo escono già ben formati dal corpo della madre, dopo essersi nutriti della sostanza vitellina che circonda l'uovo. Per poter fecondare le uova nel corpo della femmina, il maschio possiede un organo copulatore, allungato, appuntito e orientabile, detto gonopodio, posto vicino alla pinna anale. La gestazione dura all'incirca un mese e il numero dei nati varia da 20 a 200, secondo la specie. Certe femmine vengono fecondate per più deposizioni durante un solo atto fecondatore, assai breve. Questi pesci assai prolifici sono molto apprezzati dagli acquariofili che operano intelligenti incroci al fine di ottenere dei soggetti dalla livrea scintillante. Sono specie di pesci che vivono soprattutto nell'America centrale e meridionale, più raramente in Asia.

Alcune specie, introdotte in diverse regioni del mondo, partecipano efficacemente alla lotta biologica contro la malaria, in quanto sono particolarmente golose delle larve della zanzara che diffondono questa malattia. Altre specie sono ghiotte di alghe verdi e accettano di buon grado un apporto di sostanze vegetali (spinaci, insalata cotta) alla normale alimentazione. I pesci ovovipari godono attualmente di una crescente popolarità sia tra gli acquariofili debuttanti come tra i più esperti, anche perché si adattano perfettamente a vivere in comunità entro acquari affollati. Sono suddivisi in varie famiglie, di cui la più vasta e la più nota è quella dei Pelicidi. Appartengono ai pesci ovovipari, anche le famiglie degli Anablepidi, dei Goodeidi e degli Emiranfidi.

Famiglia dei Pelicidi
Belonesox belizanus
Gambusia affinis holbrooki (la specie oggetto della ricerca)
Girardinus metallicus
Heterandria bimaculata
Heterandria formosa
Phallichthys amates
Poecilia reticulata
Poecilia melanogaster
Poecilia nigrofasciata
Poecilia vittata
Poecilia latipinna
Poecilia mexicana
Priapella intermedia
Xiphophorus helleri
Xiphophorus maculatus
Xiphophorus variatus
Xiphophorus montezumae

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Nella foto: Gambusia (Mosquitofish) holbrooki (Poecilidi)