FITOTERAPIA E ALTRI TRATTAMENTI NATURALI CONTRO LE MALATTIE DEI PESCI ORNAMENTALI
art. di Enzo Alibrandi
 
Negli ultimi anni il mercato acquaristico ha una subito profonde modifiche per quanto riguarda i prodotti curativi per pesci d’acquario; da un lato questa situazione è stata creata da normative non sempre chiare che ancora una volta hanno colpito gli appassionati e questo settore. Per poter ovviare in qualche modo a questo problema sempre più si sta ricorrendo all’utilizzo della medicina alterna-tiva o rimedi naturali. 
Dei rimedi naturali fanno parte tutte quelle preparazioni non chimiche preparate esclusivamente con ciò che la natura offre. I rimedi naturali stanno trovando sempre più impiego per diversi motivi: il primo è determinato dal fatto che possono essere usati anche per gli animali d’allevamento, facendo si che, durante le loro produzioni (ad es. bovini da latte) non siano presenti tracce di medicinali nel prodotto finale destinato al consumo umano, il secondo motivo è determinato dal vasto impiego in quanto, questi rimedi sono utilizzati anche nell’acquacoltura oltre che nell’acquariofilia a causa della mancanza sul mercato di prodotti curativi di libero acquisto (vedi i medicinali veterinari), terzo perché l’animale risulta meno stressato e non sono presenti effetti collaterali

Per una maggior chiarezza verranno descritti i diversi metodi alternativi, utilizzabili ampiamente nell’acquariofilia ornamentale per poter curare i nostri pesci.
La fitoterapia nel suo genere utilizza come composti medicali i principi attivi contenuti in alcune foglie di piante e non solo a volte fa uso di estratti di piante stesse o delle radici.
E’ una scienza basata sui rimedi della nonna, tanto efficaci in passato ma ad oggi messi da parte poiché scomodi e lunghi. Eppure oggi la scienza ha ripreso a considerare i principi attivi di alcune piante, che in farmacia si trovano sempre più spesso. Tra le piante maggiormente utilizzate in questa pratica troviamo l’aglio, l’aloe, la spirulina, solo per citare le più importanti e conosciute anche, se esistono diverse altre piante con proprietà terapeutiche. 
 
L’aglio (allium satinum) È una pianta di cui vengono usati gli spicchi del bulbo. Molto usata in acquariofilia, questa pianta, contiene allicina, sostanza dalla innumerevoli proprietà antisettiche, antielmintiche, stimolante e leggermente diuretico. Diluito nel cibo, in particolare il succo dell’aglio è un ottimo antivermi intestinali nonché un’efficace rimedio contro le parassitosi dei pesci e, può es-sere usato periodicamente. E’da sottolineare però che alcune specie ittiche che necessitano di acque particolarmente pure possono risentirne in fase di riproduzione se si usa questa pianta. L’estratto d’aglio si può acquistare inoltre nelle farmacie e/o erboristerie ma ancora meglio usare a scopo pre-ventivo mangimi specifici “with garlic”, cioè “con aglio”. Per preparare del succo d’aglio si usa spremere diversi spicchi in una ciotola tramite uno attrezzo simile allo spremipatate classico o meglio, in un mortaio fino ad ottenere una polpa omogenea da somministrare ai pesci. successivamente è bene filtrare il tutto, spargendo in acquario in maniera parsimoniosa. Personalmente ho avuto modo di ottenere ottimi risultati con l’aiuto dell’estratto d’aglio, sia artigianale che già pronto, per la cura di alcune patologie
 
L’aloe vera (Aloe Barbadensis Miller) è una pianta grassa che cresce nell’Italia meridionale e di essa si usa il succo essiccato delle foglie.
Le sue proprietà sono digestive e purgative se non che calmanti. Può essere utile anche nelle patologie che interessano il fegato, in quanto aumenta la secrezione di bile.
L’aloe, sulla base di studi attuali, dimostra di avere delle calmanti poiché pare che sia in grado di neutralizzare gli agenti irritanti, per cui esistono primi esperimenti di biocondizionatori contenti l’estratto di questa pianta. Non è consigliato l’uso in caso di infiammazioni della vescica. Un altro fattore importante è determinato dall’azione di questa pianta e dei suoi estratti in quanto, quest’ultimi agiscono proteggendo la pelle e sostituendosi quindi alla perdita di quel muco cutaneo che rappresenta un ottimo agente antitraumi per i pesci. Inoltre, riduce le infiammazioni e favorisce la cicatrizzazione delle ferite, al tempo stesso stimolando gli epiteli a ricrescere e preservando le mucose. E’ ottima per la prevenzione di diverse patologie ittiche. Oltre a queste piante sono presenti in natura anche alghe con proprietà benefiche per la salute dei nostri pesci e la più famosa (sopratutto fra gli acquariofili) è senz’altro la spirulina. 

La spirulina è una microalga azzurra molto apprezzata dagli acquariofili grazie alle sue molteplici proprietà nutrizionali (viene utilizzata spesso per l’alimentazione dei pesci vegetariani). E’ un ottima fonte di vitamine e nutrienti essenziali per questi animali ed è molto indicata per la preparazione di medicamenti da somministrare per via orale ai pesci debilitati, oltre a favorire i vari processi inte-stinali, eliminando cosi le scorie di cibo assunto. Fra le caratteristiche nutrizionali della spirulina troviamo la presenza in buona parte di vitamina B12 nonché è un elevato potere proteico. Infine, l’alga spirulina viene utilizzata per migliorare la qualità e l’intensità della pigmentazione dei pesci grazie a betacarotene. Attualmente viene coltivata nei laghi salati con acqua alcaline (Lago Ciad, lago Toxoco, e.c.c.). Oltre a queste tre principali piante terapeutiche, ne esistono altre, più o meno disponibili e usate per il mercato acquariofilo; 
la Pimenta racemosa è una pianta originaria dei Caraibi che viene utilizzata come antimonico naturale, anche se in commercio si trova raramente nei prodotti curativi ad uso acquariofilo (finchè erano disponibili), il pepe rosso (Capsicum annum) è un ottimo stimolatore della pigmentazione dei pesci. La sua disponibilità è abbastanza ampia in quanto coltivato in Cina, Italia, Ungheria, India anche se, raramente utilizzato nella preparazione di veri e propri trattamenti curativi. 

Il Fico è una pianta fruttifera. I nostri fichi non sono propriamente i frutti della pianta ma una infiorescenza (siconio)
all'interno dei quali si trovano i veri piccolissimi frutti (acheni).Questi possono esser utilizzati
come lassativo per favorire l’eliminazione di scorie alimentari o come aiuto contro le parassitosi in-testinali. Degna di nota anche la felce, pinta sottovalutata in quanto utilizzata per combattere le parassitosi intestinali, grazie all’utilizzo del suo rizoma, anche se in dosi opportunamente controllate, in quanto tossica se non dosata a dovere  Attenzione potrebbe intorbidire l’acqua per la presenza di zuccheri. Infine possiamo citare la Barnaba, pianta erbacea che presenta dei fiori di colorazione rosso scuro. Questa pianta, grazie al suo principio, viene utilizzata per un’azione depurativa dell’animale nonché influisce positivamente sulla cute dei pesci, soprattutto in caso di infezioni di quest’ultima. Questo è solo un elenco breve delle piante o frutti che possono essere utilizzati per la fitoterapia in acquario e sono stati racchiusi in questa elencazione solo quelli più importanti o di cui si hanno notizie certe del loro utilizzo in acquariofilia e di conseguenza, in trattamenti terapeutici (o fitoterapeutici). Bisogna comunque notare che, oltre ai vegetali, nella fitoterapia possono anche es-sere utilizzati animali come pesci e invertebrati, ognuno dei quali gioca un ruolo ben definito. 
 
Oltre alla fitoterapia abbiamo anche altri metodi curativi come ad esempio l’omeopatia e i fiori di back;  La prima è quella scienza che prende in esame l’individuo nella sua totalità e comprende l’energia vitale di ognuno di noi. In pratica per l’omeopatia una malattia non è altro che un sintomo dell’organismo che va alla ricerca di un equilibrio perso. Per questa scienza non esiste la malattia ma esiste il malato; ed essa analizza, per ottenere una cura, il soggetto per intero, esaminando il comportamento, le abitudini alimentari (si può definire quindi una cura specifica del soggetto che probabilmente a sintomi simili non corrisponde terapia uguale, poiché il soggetto con le sue abitudini è l’incognita variabile).
A parere di molti questa scienza applicata alla veterinaria è alquanto difficile poiché di fronte non ci troviamo persone in grado di comunicarci i loro stati d’animo e quant’ altro. A parere di esperti invece non è cosi, in quanto di fronte a noi trovandoci un animale la cosa è molto più semplice a patto che si conosca dell’animale che ospitiamo, le sue abitudini, la sua alimentazione ne nel caso di cani e gatti il loro carattere ed il gioco è fatto. La vita di un animale è molto più sincera ed aperta della vita piena di ipocrisie di una persona.

Qui di seguito elenco alcuni rimedi omeopatici utilizzati in veterinaria: 
Ferite infette: Echinacea
Calmanti: Aconitum e Gelsenium
Intossicazione da cibi avariati : Nux vomica
Riguardo ai fiori di Back L’inventore di questo metodo fu Back.
Questo studioso scopri 38 fiori in grado di riequilibrare gli stati d’animo negativi a cui corrispondo-no. In pratica affermò che per guarire una malattia occorreva eliminare/curare, dal carattere del pa-ziente l’equivalente stato d’animo negativo ad es.: per la nevrosi lo stato d’animo da combattere era l’egoismo eccessivo; per le malattie di rigidità e tensione sono equivalenti gli stati d’animo dell’orgoglio e dell’arroganza.
Miscelando i 38 fiori e stabilizzandoli con alcool ottenne una pozione che venne e viene usata ad oggi come curativo.
Questa miscela e’ molto usata in veterinaria; in commercio si trovano flaconi contenenti la diluizione dei fori.
Di seguito elenco gli stati mentali negativi con il relativo rimedio:
Paura: rock rose, mimulus, cherry plum, aspen, red chestnut
Indecisione: cerato, scleranthus, gentian, gorse, hornbeam, wild oat 
Indifferenza o noia: wild rose, clematis, olive,honey-suckle, mustard,white chestnut, chestnut bud
Ipersensibilità: centaury, walnut, agrimony, holly
Preoccupazione per gli altri: vervain, vine, chicory, rock water, beech
Solitudine: water violet, impatiens, heathers
Disperazione: sweet chestnut, elm, star of bethlem,oak,crab apple,willow
Bisogna sempre tenere presente che ad ogni stato d’animo negativo corrisponde una determinata patologie e quindi relativa cura.
La lotta biologica contro le patologie
 
Oltre a i trattamenti curativi tradizionali ed alternativi, esiste una “categoria” di trattamenti  se cosi possiamo definirli, contro le patologie che spesso viene ignorata o poco affrontata cioè quella degli organismi per la lotta biologica alle malattie presenti in acquario. Questa pratica sta cominciando a prendere sempre più piedi nel mondo acquariofilo e non solo grazie ai diversi vantaggi che si otten-gono con questa pratica. Inoltre, l’evoluzione in questo settore ha portato alla creazione da parte di acquariofili di tutto il mondo di vasche di barriera o reef. Purtroppo, in questa tipologia di biotopi riprodotti in casa, non è possibile utilizzare prodotti curativi normali in quanto estremamente nocivi per la maggior parte degli invertebrati e pesci, con gravi conseguenze anche sulla flora batterica. Fortunatamente, troviamo in commercio organismi molto utili per poter attuare una vera e propria “lotta biologica” contro le parassitosi. Fra i primi possiamo annoverare i crostacei allevati comunemente  in acquario,, come i generi Lysmata e Stenopus, molto adatti allo scopo. Anche i coralli possono essere degli ottimi aiutanti nella lotta biologica alle patologie ittiche in quanto

Le vasche contenenti coralli e pesci sono per obbligo “perfette” in tutti i loro aspetti, compresi e so-prattutto i valori fisico – chimici dell’acqua in quanto i coralli sono organismi soggetti a forti cambiamenti negativi dovuti a stress causati da un ambiente non proprio perfetto. I coralli sono degli ottimi organismi per la lotta contro le parassitosi dei pesci in quanto si cibano delle uova degli ectoparassiti presenti sui pesci: I coralli si nutrono di fitoplancton e zooplancton, quindi, di tutte quelle particelle presenti in acqua. Nel caso un pesce si affetto da una parassitosi, solitamente guarisce da solo in presenza di coralli in quanto gli ectoparassiti, staccandosi dal pesce, si integrano fra queste particelle e quindi, finiscono mangiati dai coralli. Sicuramente un rimedio molto valido in quanto si evita la deposizione sul fondo e la proliferazione di ectoparassiti e, quindi, di una possibile se non sicura patologia. Inoltre, non potendo utilizzare medicinali (molti sono a base di rame, fatale per gli invertebrati), i coralli attuano un’ottima azione deterrente contro la possibile proliferazione di ectoparassiti. Anche i pesci possono attuare un’ottima azione deterrente contro ectoparassiti; in questo caso troviamo specie nate con la caratteristica di pulitori altri invece lo diventano in stadi giovanili e, perdono questa capacità durante la fase di accrescimento. Il più famoso pesce pulitore è senza dubbio Labroides dimidiatus. Questo pesce crea delle vere e proprie stazioni di pulizia da adulto, e pulisce i pesci dai residui di cibo e dai parassiti. E’ osservato come anche nei pesci più grossi o suscettibili ad es. murene, viene effettuata questa opera di pulizia. Anche in acquario questo comportamento da pulitore viene osservato ad es. su pesci quali Acanturidi e Pomacantidi. In cattività si nutre anche di mangime. E’ bene precisare comunque come questo pesce pulitore non liberi il pesce proprio da tutti i parassiti, in quanto cerca i parassiti direttamente insediati sulla pelle ad esempio i piccoli crostacei parassiti. Un altro pesce pulitore è il Gobiodon evelynae. Questo pesce relativamente piccolo è considerato un ottimo pulitore, in quanto libera i pesci dagli ectoparassiti, soprattutto è utile in caso di forti infestazioni presenti su pesci delicati ad es. Acanthurus Leucosternon, Acanthurus Achilles e per questo motivo trova sempre più ampio spazio nell’acquario di barriera. 
 
Alla luce degli ingenti ritiri da parte degli organi competenti di medicinali ad uso acquaristico presso distributori o comunque negozi del settore, è evidente come si rende necessario trovare delle strade alternative per poter curare al meglio i nostri pesci. La fitoterapia cosi come l’omeopatia, i fiori di bach o altri trattamenti non chimici possono aprire nuove frontiere nella cura dei nostri amici pinnuti anche se, la miglior cura, rimarrà sempre la prevenzione attuata dall’hobbista e la cura che quest’ultimo metterà per poter gestire al meglio il proprio acquario ed evitando spiacevoli sorprese.