NewsLetter di Aprile 2011: PERIOFTALMI Allevamento dei saltafango e gestione nel paludario.

 Di Enzo Alibrandi: La sottofamiglia Oxudercinae comprende un gruppo di pesci appartenenti alla famiglia dei Gobiidae e conosciuti comunemente come saltafango (dall'inglese: 'mudhoppers', 'mudskippers') o Perioftalmi.

Mentre la maggior parte dei pesci che vivono in habitat intertidali sopravvivono all'esposizione all'aria durante la bassa marea nascondendosi sotto materiale vegetale umido o utilizzando pozze tidali, i saltafango presentano adattamenti che consentono loro una notevole libertà di movimento nell'ambiente subaereo. La loro distribuzione va dalle regioni tropicali e subtropicali nonché tutta la regione indopacifica e la costa atlantica africana. Si tratta di animali molto attivi fuori dall'acqua: qui si cibano ed interagiscono, ad esempio per difendere il loro territorio e per corteggiarsi. Sicuramente di questa famiglia tutti conosciamo il genere Periophthalmus che è il genere di gran lunga più diverso e diffuso di saltafango. Sono state attualmente descritte 18 specie.

periophthalmus argentilinea
Periophthalmus argentilineatus è uno dei saltafango più conosciuti: si trova in ecosistemi a mangrovie e su piane tidali dall'Africa orientale e Madagascar al sud-est Asia ed Australia settentrionale, Cina sudorientale, Giappone meridionale ed Oceania, fino alle isole Samoa e Tonga.Cresce fino ad una lunghezza di circa 9.5 cm ed è un carnivoro opportunista. Si ciba di piccole prede come granchi ed altri artropodi.

Un'altra specie, Periophthalmus barbarus, è l'unico gobide oxudercino che vive nelle aree costiere dell'Africa occidentale. Entrambi questi saltafango sono spesso importati per mercato acquaristico. Infatti, la riproduzione in acquario (da fonti attuali) non risulta ancora e, di conseguenza, gli esemplari di cattura provengono da mangrovieti o zone dove questi pesci stanno comunque scomparendo. Proprio per il mercato acquaristico, i salta fango vengono allevati dagli appassionati in paludari o acqua terrari appositi, in quanto questi pesci hanno bisogno sia di una zona emersa e umida e sia di una zona acquatica.


  Mangrovie
 Mangrovieti; Habitat tipico dei perioftalmi

Biologia dei perioftalmi
I perioftalmi spesso vengono scambiati per anfibi anche se in realtà sono dei pesci a tutti gli effetti ma che, nel corso della loro evoluzione hanno subito modifiche tali per il loro adattamento ad ambienti e condizioni particolari come ad esempio i mangrovieti. Infatti proprio queste zone sono soggette ad ampie variazioni di salinità dovute a fenomeni di maree, a cui questi pesci sono abituati essendo eurialini, sopportando quindi ampie variazioni di salinità. Un altro aspetto importante di questi pesci e il loro adattamento a muoversi in ambiente asciutto grazie alle pinne pettorali “modificate” a mo di ventosa. Anche la loro capacità di saltare da un ramo all’altro di una mangrovia o di una roccia ne fanno dei pesci con un’agilità impensabile malgrado il loro aspetto un pò buffo. Per quanto riguarda le dimensioni raggiunte queste variano da specie a specie dai 20 cm ai 5 cm. Dal punto di vista alimentare, i perioftalmi in natura si cibano di granchi, approffittando del loro periodo di muta. Oltre ai granchi possono alimentarsi anche con insetti.
 
Paludario
Paludario (scelta degli animali, arredamento, vasca, valori ambientali)

Il paludario per i perioftalmi non è la classica vasca per anfibi o tartarughe in quanto i perioftalmi richiedono particolari esigenze, non difficili da soddisfare ma, è bene in fase progettuale, avere bene in mente il paludario che si vuole acquistare o realizzare in proprio. Sicuramente la prima regola è data dall’inserimento degli animali; i perioftalmi sono animali che instaurano delle relazioni sociali fra simili e pertanto consiglio di inserire almeno 3 esemplari (1 maschio e 2 femmine) vanno bene. Alla luce proprio di questi legami sociali dobbiamo provveder a strutturare il paludario tenendo conto di questo aspetto.
Oltre alla vita sociale di questi animali dobbiamo tener conto della struttura stessa del paludario e più nello specifico, nella realizzazione della parte emersa e di quella acquatica (che deve essere più grande rispetto alla prima). Inizialmente si puo’ creare una sorta di spiaggietta per gli animali utilizzando sabbia finissima. Per quanto riguarda la parte acquatica possiamo inserire del muschio di Giava o piante acquatiche, anche di tipo galleggiante che sopportano comunque salinità moderate. Fra queste citiamo alcune tipologie di Vallisneria (V. Spiralis).
Inoltre, sia nella parte acquatica che in quella emersa poche pietre ben levigate (meglio se calcaree) ed esenti da spigoli pericolosi nonché radici di mangrovia, fino a formare una sorta di barriera visiva per gli inquilini sia in acqua che a terra. Sempre a terra possiamo aggiungere delle piante che sopportano acqua salmastre ed umidità forte come ad esempio la Kentia
Dal punto di vista tecnico, il paludario sarà dotato di un filtro adeguato allo scopo tenendo comunque conto della notevole quantità di deiezioni che producono questi pesci e di una pompa non troppo potente in maniera tale che il flusso d’acqua sia costante ma debole; un’ottima soluzione da me provata è quella di dirigere il getto d’acqua verso una pietra o una radice in maniera tale che questi venga frazionato creando un effetto anche suggestivo all’occhio dell’appassionato.
Per quanto riguarda il riscaldamento si rende necessaria l’installazione di un termo riscaldatore abbastanza potente nonché uno di riserva per possibili guasti (fattore estremamente importante per la sicurezza dei perioftalmi).
Un’ulteriore aggiunta è quella di una lampada usata comunemente per i rettili in quanto questi pesci amano sostare sotto la forte luce di queste lampade, come fanno appunto i rettili nel terrario o in natura con la luce solare.
Infine, è bene provvedere ad una copertura della vasca in quanto questi pesci hanno la straordinaria abilità di saltare anche fuori dalla vasca (in natura possono arrivare a compiere salti di 1,5 metri !). Riguardo alle dimensioni su questo posso dire che non esistono limiti  nel realizzare un paludario per questi animali anche se purtroppo, vige il luogo comune sbagliato secondo il quale questi pesci vivono anche in “acqua terrari” di 20 litri. Non sono assolutamente d’accordo a riguardo.

Oltre all’aspetto tecnico del paludario per una corretta gestione di questi animali al suo interno si rende necessaria l’acquisizione di alcuni dati fondamentali sui valori ambientali che dovremo tener conto per poterli ospitare. Per quanto riguarda la temperatura, come già detto è un fattore basilare e deve essere mantenuta entro un range di valori di 26-30°C e umidità intorno al 70-80%. Anche in questo caso si possono utilizzare strumenti come il nebulizzatore per creare questa umidità interna al paludario. E’ bene come accennato prima tenere due termo riscaldatori di potenza uguale in quanto se dovesse malauguratamente rompersene uno la temperatura scenderebbe troppo sotto questi valori con conseguente morte dei pesci (a 22°C si freddano letteralmente). Il doppio riscaldatore evita questo imprevisto. Per quanto riguarda altri valori come pH e densità salina anche qui ci sono delle similitudini con l’acquario salmastro; la densità in questa vasca deve oscillare fra 1008-1010 e possiamo utilizzare i classici Sali marini sintetici nelle proporzioni di un cucchiaio da cucina ogni 1.5 litri. Il ph invece deve attestarsi sui valori tipici degli ambienti salmastri (7,5-8,0) e lo si può mantenere stabile anche utilizzando appositi prodotti specifici per acquari o inserendo rocce come marmi o comunque pietre calcaree. Infine è doverosa una premessa riguardo l’acquisto di questi animali; scegliete solo animali che sono in ottime condizioni di salute e tenere in considerazione alcune difficoltà che presenta un allevamento di questo tipo. Molti negozianti purtroppo importano questi pesci (prelevati in natura per altro) e vengono venduti come animaletti “usa e getta”; niente di più sbagliato ed è bene essere davvero convinti di allevare questi animali in casa. La specie più adatta alla vita di cattività è senz’altro  il Perioftalmus novemradiatus, il più adatto in quanto di piccola taglia e facile da allevare.

Alimentazione e Malattie
i perioftalmi come descritto prima hanno una dieta piuttosto varia che dovremmo cercare di ricreare al meglio nel paludario, alternando diverse tipologie di cibo unite a integrazioni vitaminiche. Per esemplari giovani possiamo utilizzare le camole del miele, daphnie, chironomus, tubifex. Per esemplari adulti possiamo utilizzare tarme della farina, gamberetti e krill, bigattini e granchi, anche se difficili da reperire. Anche il cibo per pesci tropicali in grani o scagli va molto bene anche se è consigliabile a mio parere alimentare questi pesci in maniera naturale ossia con cibi più naturali possibili. La somministrazione del cibo viene fatta due volte al giorno sempre variando il più possibile i cibi fra loro. Inoltre è bene tenere d’occhio la temperatura in quanto se l’acqua corrisponde ai valori ottimali per il loro allevamento, i pesci mangeranno più volentieri. Fondamentale è l’integrazione di vitamine in quanto questi animali sono soggetti a diverse patologie nel paludario. Un ottimo integratore è quello in polvere per rettili, che si può utilizzare per cospargerlo sui cibi prima della somministrazione; è un ottimo integratore di vitamine e calcio e previene lo sfrangiamento delle pinne in questi animali. Le principali patologie a cui sono soggetti i perioftalmi sono le infezioni intestinali e cutanee. Come per gli altri pesci la più frequente è l’ichtyo, tra l’altro curabile con i metodi normalmente utilizzati per gli altri pesci (marini o dolce) sia con metodi naturali che non. Frequente è anche l’infezione degli occhi che può causare la cecità dell’animale. Altro disturbo può essere un infezione intestinale, che causa nell’animale sgonfiore e perdita di peso e che è facilmente guaribile con sverminanti intestinali. Si nota comunque come non si faccia uso spesso di medicinali ad uso acquaristico in quanto è molto difficoltoso il loro utilizzo nel paludario o comunque bisogna provvedere ad una vasca di quarantena anche non grande (30 litri vanno bene) sempre comunque con i valori fisico-chimici della vasca principale. Cosa fondamentale per evitare pertanto l’insorgere di malattie e disturbi vari è:

- Alimentazione il più varia possibile e integrazione di complessi vitaminici per rettili e non

- Massima igiene del paludario; asportazione di residui di cibo e organici

- Acquisto di soggetti sani che non presentano pinne sfrangiate, occhi opachi e i classici segni di malessere dei pesci tropicali (pinne chiuse, e.c.c).

Conclusioni finali
Alla luce dei contenuti di questo articolo e esperienze personali avute con l’allevamento di una coppia di questi animali devo dire che si può facilmente realizzare un ottimo paludario per questi pesci a condizione del mantenimento di fattori base primo fra tutti la temperatura alta costante nonché la massima igiene del paludario in maniera tale da evitare patologie in questi pesci oltre che a una sana e vari alimentazione.

Art. di Enzo Alibrandi per AcquariofiliaItalia.it in NewsLetter

 

 

Scheda Pesci Marini n° 074 201

PERIOPHTHALMUS sp. - Perioftalmo

Famiglia Gobiidi.
Provenienza Dal Mar Rosso a tutto l'Oceano Indiano, le isole della Sondo e l'Australia.
Descrizione Forma: corpo allungato, posteriormente molto compresso; occhi sferici molto sporgenti. Colorazione: assai varia, a seconda della specie, della provenienza, dell'età e del sesso; livrea per lo più screziata, con disegni bianchi, grigi, neri, marrone. Dimensioni: da 12 a 25 cm e anche più. Differenze sessuali: per lo più i sessi si distinguono per piccoli particolari delle pinne.
Ambiente Vivono alle foci dei fiumi e in regioni mangrovie, come anfibi. Temperatura: 26-30 °C. pH: 8 e più. Densità: acqua salmastra (1010-1015). Illuminazione: intensa. Fondo: grandi vasche ampie e basse, accuratamente ricoperte, con pochi centimetri d'acqua, uno spesso strato di sabbia morbida e qualche piatta isola di rami e di pietre senza spigoli vivi.
Alimentazione Mangiano soprattutto vermi, allo stato libero certamente anche piccoli crostacei. Hanno bisogno di grandi quantità di cibo.
Biologia Comportamento: vivacissimi, sempre in movimento per rincorrersi. Riproduzione: non è ancora riuscita in cattività. Vita sociale: litigiosi e pronti alle zuffe, hanno bisogno di molto spazio.
Note Compatibilità: con i Boleophthalmus.