L'alimentazione denominata fresca è riferita a prodotti che acquistati al momento devono essere subito somministrati ai nostri amati pesci, ed il problema non esiste, ma bisogna stare attenti a questo punto se si pensa di congelare o scongelare il prodotto acquistato e alle conseguenze che ne possono derivare. Per questo abbiamo chiesto anche il supporto del nostro biologo dott. Maurizio Lodola  sulla scelta da seguire.

Il quesito è largamente diffuso fra gli acquariofili che vogliano integrare la dieta abituale dei loro pesci con alimenti il più possibile naturali. 
La liofilizzazione (congelamento seguito da essiccamento sotto vuoto) e la congelazione sono processi che permettono di mantenere inalterate le qualità organolettiche degli alimenti o organismi processati.
I cibi surgelati sono generalmente più appetibili per i pesci, ma presentano diversi rischi: tramite essi si possono introdurre in vasca parassitosi ed agenti patogeni; inoltre tendono ad inquinare l’acqua, facendo salire il valore dei fosfati responsabili delle infestazioni da alghe. Invece, i cibi liofilizzati – grazie al loro particolare tipo di preparazione – non presentano questi inconvenienti. 

In commercio si trovano in piccole confezioni monodose sia le singole specialità (gamberetti, plancton, Tubifex, Artemia salina, ecc.), sia delle miscele appositamente studiate per le esigenze nutrizionali di differenti specie (pesci marini, invertebrati filtratori, Discus, fitofagi, ecc.). Possono essere quindi degli ottimi sostituti dei cibi vivi e dovrebbero essere presenti nella dieta di quasi tutti i pesci.

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Requisito necessario per i cibi congelati è che la catena del freddo sia stata rispettata, ovvero che le confezioni non siano mai state sottoposte a scongelamento e ricongelamento: in tal senso la serietà del negoziante di fiducia garantirà la qualità del prodotto. Per lo stesso motivo è importante che le confezioni non si scongelino durante il trasporto e prima del loro inserimento nel congelatore domestico (conviene quindi utilizzare i sacchetti termici per i surgelati disponibili nei supermercati), né ricongelare parti di cibo scongelato e non consumato.

Uno degli errori che più frequentemente viene commesso durante la somministrazione del cibo surgelato è quello di inserire in acquario il prodotto ancora congelato. In questo modo verrà introdotto in acqua anche il liquido cellulare che si produce durante lo scongelamento. Durante la surgelazione, infatti, il liquido contenute nelle cellule degli organismi aumenta di volume provocando la rottura delle pareti cellulari. Quando si procede allo scongelamento, il liquido fuoriesce dalle cellule ed è altamente inquinante, oltre che inutile, poiché nessun pesce se ne nutrirà, ma verrà elaborato dai batteri del filtro e trasformato in nitrati e fosfati.
E’ possibile calcolare l’apporto di fosfati del solo liquido di scongelamento.

Prendiamo per esempio:
Tavolette di larve rosse di zanzara
15 ml di liquido scongelato da una tavoletta di 20 dadini producono
533 mg di fosfati = 26,65 mg per ogni dadino, ciascuno pari a
0,13 mg/l di PO4 in un acquario da 200 litri.

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Dopo aver distribuito 2 dadini per 10 volte, abbiamo nell'acqua 2,6 mg/l di PO4 = 5 volte di più del valore massimo consigliato di 0,5 mg/l di PO4
Per contenere questo inutile e dannoso incremento di fosfati è sufficiente scongelare la quantità di cibo che si vuole somministrare, sciacquarlo in un una retina, aggiungere alcune gocce di vitamine e quindi distribuirlo ai pesci.
La liofilizzazione si usa per eliminare l'acqua da sostanze particolarmente labili e che, in particolare, si alterano se questa viene eliminata a temperature elevate.
L'operazione si compie ponendo sotto vuoto spinto la sostanza da essiccare e provocando in questo modo un rapido raffreddamento dovuto alla parziale evaporazione dell'acqua. Da questo momento, stabilizzata la temperatura a valori notevolmente inferiori a 0 ºC, occorre fornire calore per continuare l'evaporazione.

La distribuzione dei riscaldatori è calcolata in modo che il materiale resti sempre molto freddo e ciò si ottiene raffreddando opportunamente le piastre sulle quali è posto.
La sostanza così essiccata risulta estremamente igroscopica e sensibile all'ossigeno atmosferico; perciò si elimina il vuoto dagli apparecchi alla fine dell'operazione introducendo un gas inerte come l'azoto e confezionando il materiale in recipienti a perfetta tenuta.
Molti preparati biologici vengono oggi essiccati con questa tecnica che permette una conservazione notevolmente protratta nel tempo.
L’apporto di fosfati introdotti in acquario attraverso i cibi liofilizzati è estremamente più basso, rispetto a quello ottenuto con i cibi congelati, ed anche in questo caso è possibile calcolarlo. Per esempio:
Larve rosse di zanzara liofilizzate
(le larve sono illese in quanto surgelate a bassissime temperature)
Per misurare la quantità di fosfati introdotti si può procedere così:
Mettere 1g di prodotto (corrispondente a circa 20 dadini surgelati) in un litro d’acqua e passare 5 minuti nel mixer
Filtrare e diluire 1 : 10
Valore misurato: 2 mg PO4/l = 20 mg/l
Distribuendo 1g di larve liofilizzate in un acquario da 200 litri, dopo 10 somministrazioni, i fosfati aumentano quindi di 1 mg/l (20mg/l diviso 200 lt per 10 giorni = 1 mg/l).
L’inquinamento da fosfati attraverso i cibi liofilizzati è estremamente più basso rispetto ai cibi congelati: nel caso delle larve rosse di zanzara è di 2,6 volte inferiore. Anche in questo caso, è comunque necessario aggiungere vitamine liquide al prodotto per raggiungere un completo apporto nutrizionale.