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art. di Carlo Speranza associato AIPA
L’allevamento dei pesci a scopo ornamentale si perde nei secoli anche se per arrivare a quello che oggi si intende per acquario, quindi una vasca in vetro dotata di filtraggio e illuminazione, bisogna arrivare a tempi ben più recenti...

Quando si tratta di acquistare i pesci molte volte gli acquariofili ricercano solo il negoziante che fa il prezzo più basso anche se questo il più delle volte è sinonimo di poca cura nel mantenimento degli animali, poco tempo di quarantena e quindi di poche garanzie sul loro stato di salute

La strada da seguire per poter coltivare nel tempo l’hobby dell’acquariofila e allevare in casa pesci tropicali è quella di chi cerca di riprodurre fra le proprie mura domestiche una piccola parte di natura, ovvero quello che in gergo si dice un biotopo naturale; colui che vede solo l’aspetto decorativo dell’acquario molto probabilmente ben presto lo abbandonerà per dedicarsi ad un altro hobby.

In Italia l’evoluzione
dell’acquario avviene solo in un secondo tempo rispetto a ciò che invece accade nel resto d’Europa, in particolar modo Germania e Olanda. Negli anni Cinquanta e Sessanta il panorama dell’acquariofilia in Italia è abbastanza desolante, con pochissimi negozi e aziende specializzate e un mercato decisamente poco sviluppato. Negli anni Settanta il numero degli appassionati comincia a crescere anche se le tecniche disponibili sono ancora abbastanza primitive: gli acquari sono molto rustici, incollati a mastice, con sistemi di filtraggio molto rudimentali, per lo più ad aria e pochissimi pesci importati, quasi tutti di acqua salmastra.

Il boom
È a partire dalla fine anni Settanta - inizi anni Ottanta che scoppia il vero boom dell’acquariologia: sempre più aziende credono nel settore e cominciano ad investire nella ricerca e nella tecnologia, nuovi prodotti vengono creati per facilitare la vita di coloro che scelgono di ospitare in casa i primi acquari prodotti in serie a livello industriale. Le importazioni di pesci crescono notevolmente, si affacciano sul mercato nuovi esportatori soprattutto dall’ Asia che arricchiscono il numero di specie commercializzate.

Panorami mozzafiato
Dagli anni Ottanta ad oggi il mercato si è sviluppato in maniera esponenziale, l’acquario si è trasforma to da oggetto di culto riservato a pochi facoltosi, nell’acquario facile, con costi alla portata di tutti ed accessibile anche alle persone meno abbienti. Di anno in anno le mode si sono alternate, si è passati dagli acquari salmastri e dai biotopi degli anni Settanta, all’acquario olandese degli anni Ottanta, fino all’acquario naturale degli anni Novanta (con le concezioni zen di professionisti asiatici) per arrivare ai giorni nostri dove spopolano le tecniche di aquascaping con la creazione di panorami subacquei mozzafiato. Se da una parte la tecnica ha continuato ad evolversi, con l’invenzione costante di nuovi sistemi di filtraggio, di illuminazione e sistemi di manutenzione degli acquari di nuova concezione, dall’altra lo sviluppo di una cultura dell’acquario fra le persone comuni non è cresciuto di pari passo.

Un mondo in cinque vetri
Purtroppo ad oggi i veri appassionati dell’acquario e dei pesci sono ancora relativamente pochi e per appassionati intendiamo non chi acquista l’acquario d’impulso, magari al supermercato, ma piuttosto colui che cerca di ricreare in cinque vetri un piccolo mondo acquatico, che non sceglie i pesci in base al colore ma che si interessa, si informa e cerca di ospitare in pochi litri d’acqua animali che possano convivere tranquillamente, originari delle stesse zone tropicali quindi con necessità ed esigenze similari di allevamento.

La salute prima di tutto?
Purtroppo molte persone sono disposte a spendere centinaia di euro per la vasca e per gli accessori da utilizzare come lampade ultra-tecnologiche, sistemi di filtraggio all’ultimo grido, ma lesinano quando si tratta di spendere qualche euro in più per l’acquisto degli animali. Se un pesce costa al di sopra di una certa cifra è da scartare a priori, l’elemento di discriminazione nell’acquisto di pesce è il più delle volte solo il prezzo e non il suo stato di salute che spesso viene messo in secondo piano.

Tempo ben speso
Quello che ci auguriamo è che in futuro si possa arrivare ad una maggiore sensibilizzazione delle persone verso il tema del benessere dei pesci d’acquario e gli animali in generale. Prima di acquistare un acquario occorre informarsi bene al pari di quando si decide di allevare un cane o un gatto: i pesci infatti sono animali viventi che vanno rispettati nel loro ambiente, occorre dedicare loro solo un po’ di tempo ma se di passione vera si tratta questo tempo sarà prezioso e non una perdita.

T.A.F. TRANS AQUARIUM FISH
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art. di Carlo Speranza associato AIPA