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Il virus responsabile dell'immunodeficienza felina (FIV) è un retrovirus che agisce infettando e quindi distruggendo popolazioni di linfociti T e, dopo un periodo di latenza che dura anni, provocando la comparsa di una sindrome di immunodeficienza, che si caratterizza per la comparsa di infezioni croniche ricorrenti. L'infezione, che è fatale, permane per tutta la vita e progredisce in modo variabile (il 20% dei soggetti colpiti muore entro i due anni dalla diagnosi, più del 50% invece, nello stesso periodo rimane asintomatico).

Una volta manifestatesi l'infezione, la sopravvivenza non supera l'anno. Il FIV può infettare gatti d'ogni età, soprattutto i soggetti dai 5 anni in su, e più i maschi delle femmine. Il FIV è eliminato con la saliva e trasmesso attraverso il morso. I sintomi variano con l'evoluzione della malattia. Nella fase acuta può esservi febbre, linfoadenopatia e neutropenia. La seconda fase è asintomatica e può durare anni. La fase cronica terminale si manifesta con una sindrome di immunodeficienza con infezioni ricorrenti, con sintomi che peggiorano progressivamente in mesi od anni (deperimento, febbre ricorrente, gengivite, stomatite e periodontite, rinite, congiuntivite, diarrea, anemia, infezioni batteriche recidivanti ad andamento cronico.

La malattia non è attualmente curabile ma i gatti senza sintomo possono vivere per anni, mentre quelli con la patologia attualmente possono avere benefici seguendo una terapia di supporto (antibiotici, fluidi, regime alimentare).

Note: Per la prevenzione è importante evitare il libero girovagare del gatto e sottoporre a castrazione i maschi. Il ricorso al veterinario ed i suoi suggerimenti sono indispensabili.