Friend of the Sea (Amico del Mare) – così si chiama il principale schema di certificazione dei prodotti da pesca ed acquacoltura sostenibile. Ideato da un team di ambientalisti italiani ed internazionali, la sede dell’omonima organizzazione non-profit che coordina il progetto è proprio a Milano, anche se può contare su numerosi collaboratori in tutti i continenti. Il logo ‘Friend of the sea’ sui prodotti certificati consente ai consumatori di riconoscere facilmente quelli da origine verificata e controllata come sostenibile per l’ambiente.

Il gruppo di esperti indipendenti che ha sviluppato Friend of the sea è forte di una ventennale esperienza nel progetto Dolphin-Safe, che certifica il tonno pescato senza danni ai mammiferi marini. Tale progetto, grazie anche all’attiva collaborazione dell’industria del tonno internazionale, ha consentito di salvare circa due milioni di delfini da morte certa nelle reti di pesca del tonno.

“Sulla base della positiva esperienza acquisita in qualità di responsabile europeo del progetto Dolphin-Safe” - spiega Paolo Bray, il fondatore e direttore di Friend of the Sea - “ho deciso di sviluppare un progetto di certificazione che valutasse il potenziale impatto ambientale dei metodi estrattivi – pesca od acquacoltura – di tutti prodotti ittici e da specie acquatiche”.

Oltre cento sono attualmente i produttori certificati ed autorizzati ad utilizzare il logo Friend of the sea, in Italia ed in 34 nazioni. 30 flotte di pesca e circa 50 impianti di acquacoltura sono stati approvati da audit svolti da certificatori di terza parte, sulla base dei rigidi requisiti di sostenibilità sviluppati da un comitato tecnico internazionale. Sono dunque disponibili sui mercati internazionali circa 60 specie diverse da origini sostenibili.

Per poter ottenere la certificazione Friend of the Sea, le attività di pesca ed acquacoltura vengono ispezionate in sito dagli auditor. Per la pesca viene verificato che la popolazione target (stock) non sia sovrasfruttata; il rispetto della taglia minima; le dimensioni delle reti; la zona di pesca ed il rispetto delle zone protette e del fondale marino. Per l’acquacoltura l’auditor valuta l’impatto del sito produttivo sugli habitat critici (mangrovie, zone umide, ecc); il rispetto della normativa sui parametri delle acque; la prevenzione delle fughe di pesce; la gestione dei rifiuti e l’impatto dei mangimi.

“Diverse origini non sono state approvate in quanto il loro impatto risulta non essere sostenibile per l’ambiente, principalmente polpo del Marocco, il nasello di Sud Africa e Namibia, i gamberi indiani ed alcuni produttori di acquacoltura” commenta Bray “Ci auguriamo che quanto prima tali produttori riescano a ridurre il loro impatto sull’ambiente”.

Circa la metà dei prodotti certificati origina da flotte artigianali in Paesi in via di sviluppo o piccoli produttori, in linea con gli obiettivi della FAO per questo genere di certificazione.

Tra le aziende italiane con prodotti certificati Friend of the Sea: Agroittica Lombarda S.p.A. (caviale e storione); Astro Società Cooperativa Agricola (trote); Caviale S.r.l. (caviale); COAM S.p.A. (salmone); Coop Italia (vari prodotti); Esselunga (vari prodotti); Fjord (salmone); Generale Conserve S.p.A. (sgombro e tonno); Rizzoli Emanuelli S.p.A. (sardine e sgombri); Società Agricola Sterpo (trota).

fonte google news da italiavela.it