Il mondo della pesca raccoglie l'eredità di antichissime tradizioni marinare: in esso si fondono cultura culinaria, il senso di ospitalità proprio delle genti di mare e uno stretto legame con l'ambiente naturale. La pesca - quando responsabilmente condotta - rappresenta un esempio di interazione e di continua ricerca di equilibrio tra le risorse naturali ed il loro utilizzo da parte dell'uomo. Lo sforzo delle comunità di pescatori, teso alla razionalizzazione delle produzioni ittiche e ad una gestione più responsabile delle risorse marine, è un tentativo per consegnare alle generazioni future una natura quanto più possibile integra. Una scelta che porta con sè benefici di ordine economico e culturale.

Pesca oggi, in molti casi, significa conservazione, salvaguardia e valorizzazione di ambienti naturali costieri e delle specificità che sono proprie di essi. In questo contesto si pone l'acquacoltura, che può rappresentare una evoluzione, in chiave strategica, della naturale sensibilità dei pescatori nei confronti dell'ambiente. Strategica perché coniuga, in maniera moderna, la salvaguardia delle risorse biologiche ed ambientali di una determinata area con uno sviluppo economico sostenibile. Non più quindi una protezione esclusivamente conservativa, ma dinamica, proiettata verso il futuro, a vantaggio anche delle nuove generazioni per le quali potrebbero porsi le condizioni per diversificate opportunità in termini occupazionali.

Con il termine acquacoltura si definisce, oggi, quell'insieme di attività umane, distinte dalla pesca, finalizzate alla produzione controllata di organismi acquatici. In tal senso, con riferimento al prodotto che se ne trae, si parla, più specificatamente, di piscicoltura, molluschicoltura, crostaceicoltura e alghicoltura. L'attività acquicola e la gestione delle lagune costiere, dotate di controlli idraulici e apparati idonei alla cattura dei pesci pur se finalizzate, come è chiaro, all'incremento della produttività, costituiscono l'anello di congiunzione tra pesca in senso stretto e acquacoltura. Infatti, il passaggio dall'una all'altra si attua nel momento in cui l'intervento dell'uomo, non più limitato alla cattura o alla raccolta, si concretizza in una vera e propria attività di allevamento. Si distinguono una forma estensiva, nella quale minore è l'intervento dell'uomo, limitato per lo più alla protezione dai predatori e una forma intensiva in cui, invece, l'attività umana diventa determinante soprattutto per quel che riguarda la somministrazione di alimenti alle specie allevate.

L'acquacoltura, in quanto attività innovativa, è una forma produttiva in grande espansione. La possibilità di gestione di impianti in mare aperto teoricamente non pone limiti spaziali al suo sviluppo; anche il processo di modernizzazione dell'acquacoltura coincide con un processo di crescita scientifica e tecnologica che meglio permettono di controllare le varie fasi del ciclo vitale e di mettere a punto trattamenti di qualità, nonché di intensificare le produzioni. Lo sviluppo di un Sistema di Qualità Totale per l'acquacoltura rappresenta un obiettivo strategico. Per essere vincenti nella concorrenzialità e, soprattutto, per garantire i consumatori e fornire ad essi un prodotto ideale per caratteristiche igienico-sanitarie e nutrizionali.

L'acquacoltura del futuro non deve inquinare, deve produrre alimenti "verdi" e sani, rispettosi dell'ambiente e dei consumatore. Su questo l'Amministrazione ha basato i suoi piani di sviluppo impegnando produttori e ricercatori. Esistono precise indicazioni sugli elementi fondamentali da considerare: parametri fisici, chimici e biologici dell'ambiente del sito; formazione di tecnici ed operai; identificazione di eventuali strutture di servizio esistenti nell'area prescelta; studio degli aspetti commerciali e della possibilità di immettere sul mercato il prodotto a prezzi remunerativi; valutazione degli aspetti finanziari e creditizi al fine di assicurarsi la disponibilità di adeguato capitale fisso e di esercizio. In un prossimo futuro è facile immaginare che lo sviluppo dell'acquacoltura richieda la standardizzazione, qualificazione e innovazione del prodotto, la trasformazione e la tipizzazione dello stesso, il rafforzamento degli organismi associativi, la promozione di consorzi tra aziende, la creazione di marchi di commercializzazione.