molluschicoltura

 La molluschicoltura, ovvero l’allevamento dei molluschi, rimane un’attività di allevamento estensivo. Poggia principalmente su individui nati naturalmente e sui nutrienti offerti dall’ambiente, senza interventi di alcuni tipo.

Una sofisticazione molto spinta del processo e delle tecniche permette di ricavare un rendimento ottimale da quello che fornisce la natura. In Europa, l’allevamento delle ostriche (ostricoltura) e quello delle cozze (mitilicoltura) rappresentano il 90 % della produzione di molluschi. Si tratta di allevamenti di antichissima tradizione, i cui esordi risalgono all’antichità.

L’ostricoltura è oggi un’attività tradizionale in alcuni paesi dell’UE come la Francia (90 % della produzione UE) e i Paesi Bassi. È più recente in altri paesi, in particolare l’Irlanda. I diversi metodi di allevamento sono basati sui metodi tradizionali. In Europa sono coltivate due specie: l’ostrica piatta (Ostrea edulis) e l’ostrica concava del Pacifico (Crassostrea gigas), la più diffusa. Le ostriche hanno bisogno di 3 4 anni per raggiungere la loro dimensione commerciale.

Anche la mitilicoltura è dedicata a due specie, in funzione della zona geografica di produzione: la cozza (Mytilus edulis), più piccola, nel nord, e il mitilo mediterraneo (Mytilus galloprovincialis), di maggiori dimensioni, altresì detto cozza di Spagna o del Mediterraneo, nel sud. I metodi di allevamento variano a seconda delle specie e delle regioni.

In Europa vengono allevate anche altre specie di molluschi, come le vongole, i cardidi, i pettinidi e le orecchie di mare.

L’allevamento della vongola (verace) è più recente delle precedenti. Risale agli anni ‘80, quando la pesca a piedi o con draga non è più stata favorita, al fine di proteggere la risorsa. La riproduzione si effettua in modo naturale sui siti di produzione o in modo controllato nelle avannotterie. Il seme è messo a maturare in contenitori in fondo a vasche riempite con acqua di mare o direttamente in recinti d’allevamento. Dopo 3 mesi, le giovani vongole sono inseminate nella zona intertidale (Normandia, Bretagna, Cantabria, Galizia) o nelle lagune (Poitou-Charentes, Emilia Romagna, Veneto), e raccolte due anni dopo. Il grosso della produzione europea è realizzato in Italia.